La Nuova Sardegna, 24 luglio 2013: Imparare a recitare con i versi di Dante

La Nuova Sardegna, Estate, 24 luglio 2013

Imparare a recitare con i versi di Dante

Sonia Bergamasco protagonista alla “Valigia dell’attore”

di Fabio Canessa

Ha lavorato a teatro per autori come Strehler e Carmelo Bene, al cinema per registi come Marco Tullio Giordana e Bernardo Bertolucci. Ma non si può definire solo un’attrice Sonia Bergamasco. Musica e poesia completano il suo bagaglio d’artista. Quest’anno è stata lei (dopo Toni Servillo, Paolo Rossi e Pierfrancesco Favino) a tenere il laboratorio sulle tecniche d’attore (in questa edizione dedicato al “corpo della voce”) del festival della Maddalena che per il pubblico comincia oggi. «Ragazzi arrivati da diverse realtà italiane di studio, con un po’ di pratica quindi – racconta Sonia Bergamasco – E ho chiesto loro qualcosa di veramente difficile. Innanzitutto di leggersi, prima dell’inizio delle lezioni, la Divina Commedia. Tutta se possibile. Cosa ardua già per grandi lettori e per chi ama Dante. Pochi hanno letto tutta l’opera da capo a fondo. Anche se molti sanno di cosa si tratta e ricordano magari anche i passi più famosi».

Perché la Divina Commedia?

«Per la possibilità che dà a noi attori di affrontare la lettura poetica attraverso un testo esemplare. Che ci mette a dura prova. E forse proprio per questo possiamo capire ancora meglio quali sono i problemi, quali sono le necessità, quali sono le cose di cui dobbiamo armarci per offrire al pubblico veramente la poesia. È difficile essere nel ritmo, nel respiro che l’autore ha pensato per la poesia. E questo spetta principalmente agli attori».

Il suo Canto preferito?

«Se ci devo pensare in questo momento, il secondo del Purgatorio. L’incontro di Dante con Casella, questo suo amico musicista che, si legge nel canto, ha messo in musica anche dei versi di Alighieri. È un incontro struggente. Dante può riabbracciarlo, ci prova più volte ma si ritrova a stringere un’ombra. E poi emerge in questa isola del Purgatorio, in questo luogo misterioso e temporaneo, una melodia che possiamo solo immaginare attraverso la lettura. E questa è la magia, la possibilità che abbiamo nel leggere. È un momento di pura sospensione, di struggimento profondo, di nostalgia e di musicalità».

Musica, lei ha iniziato così. Com’è arrivata poi alla recitazione?

«Stavo cercando di capire cosa volevo e potevo fare. Avevo in mano il diploma di pianoforte, era un momento della mia vita difficile, di scelte, e casualmente lessi di questo bando indetto dal Nuovo Piccolo in cui c’era ancora Strehler. Non avevo alcuna esperienza. Ero però una grande lettrice, di poesia prima di tutto. Forse proprio per questo legame intimo con la musica che nella lingua poetica si percepisce. Il mio unico ponte per provare a fare queste tre sessioni d’esame. La mia qualità nel portare in voce quello che leggevo era una qualità musicale. Mi trovavo quasi a solfeggiare quel che dicevo, più che a leggere nel modo vicino a quello che si intende al recitar d’attore. Mi hanno preso e ho iniziato un percorso».

In questo percorso quali sono i maestri a cui deve di più?

«Mi ha dato tantissimo, proprio con il suo lavoro, Gabriella Bartolomei. Troppo poco conosciuta oggi, ma grande artista che ha animato le scene teatrali e musicali degli anni Settanta e Ottanta. E poi senz’altro Carmelo Bene».

Da allora lei ha fatto tantissime cose spaziando fra teatro, televisione, cinema. Cosa preferisce?

«Il teatro per me è una necessità».

Il suo ultimo spettacolo, “Karenina”, tratto dall’opera di Lev Tolstoj, è stato un bel successo. L’ha portato pure in Russia.

«Poco prima di venire alla Maddalena sono stata a Jasnaja Poljana, la tenuta di Tolstoj a sud di Mosca. Mi hanno chiesto di partecipare a questo festival per portare “Karenina” proprio lì, a pochi metri dalla casa dello scrittore. È stata una grande emozione vedere quel luogo, passeggiare in quella tenuta che è magica. Auguro a tutti quelli che amano Tolstoj, la letteratura russa, di poterci andare».

Dante, Tolstoj… Solo classici?

«Non mi sono posta il problema di classici o non classici. Mi piace anche la contemporaneità. Dipende dai luoghi, dalla lingua, dalle storie».

Una storia che è piaciuta molto al pubblico è quella della recente fiction “Una grande famiglia”, con lei nel cast. Ci sarà anche nella seconda stagione?

«Sì, nelle prossime settimane sarò impegnata sul set per le riprese di questo lavoro televisivo diretto da Riccardo Milani. Le nuove puntate andranno in onda in autunno».

E il cinema?

«Il cinema mi piace moltissimo. Certo oggi, per le difficoltà che stiamo vivendo, è difficilissimo farlo e farlo bene».

Lo faceva sicuramente alla grande Gian Maria Volonté a cui è dedicato il festival della Maddalena.
Quale sua prova d’attore preferisce? 

«Volonté si è sempre tenuto su altissimi livelli nel suo lavoro. Se devo scegliere, quelle che mi rimangono più negli occhi e nel cuore sono le sue interpretazioni in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e in “Porte aperte”».

 

 

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