La Nuova Sardegna – Atlanti Estate – 30 luglio 2017

Il festival della maddalena.
Antonia Truppo, dal teatro al doppio David di Donatello.

 

di Fabio Canessa

LA MADDALENA. Poche pose, un numero limitato di battute, un piccolo ruolo (ma memorabile) per dare una svolta cinematografica a una carriera costruita fino a quel momento soprattutto a teatro.
Anche se a ben guardare la sua filmografia non erano mancate in passato altre apparizioni sul grande schermo degne di note. Certo interpretare il boss di un clan di camorristi in “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti ha portato fortemente alla ribalta Antonia Truppo. Le sono bastate un paio di scene per conquistare pubblico e critica. Con tanto di David di Donatello come miglior attrice non protagonista nel 2016. Premio seguito dal bis quest’anno grazie alla prova in “Indivisibili” di Edoardo De Angelis. Il film è stato proiettato alla Maddalena per il festival “La valigia dell’attore” che ha invitato per l’occasione Antonia Truppo. «Due personaggi molto diversi – sottolinea l’attrice – perché se quello di Jeeg Robot rientra in un contesto fumettistico, molto sopra le righe, “Indivisibili” anche se la storia presenta aspetti inverosimili è un film molto vero come recitazione, come contesto possibile. Io interpreto una persona un po’ vinta dalla vita, che non ce la fa, e come attrice un ruolo così tocca corde più profonde». Eppure tra i due film c’è un legame rappresentato dalla presenza di Antonia Truppo, ma anche dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone.
«È stato lui a segnalarmi a De Angelis, quando “Lo chiamavano Jeeg Robot” non era ancora uscito». Due importanti riconoscimenti per l’attrice che dopo interessanti ruoli secondari, sogna quello di protagonista in un film importante. «Più che altro – spiega – per la possibilità di fare un percorso di costruzione del personaggio che è diverso quando non sei protagonista e hai meno elementi a disposizione. In qualche modo è più difficile, devi entrare in sintonia non solo con il disegno del regista ma anche con gli altri attori. A cominciare dal protagonista. Lui guida la musica e tu devi seguirlo, accordarti».
Ruoli principali che Antonia Truppo ben conosce a teatro, la sua prima passione: «Molto giovane, sul set del film di Antonio Capuano “Luna rossa” ho conosciuto Carlo Cecchi e ho lavorato per 15 anni di fila con lui, facendo i personaggi più belli che un’attrice possa fare. Un’esperienza bellissima stare sempre in tournée, con lui e Angelica Ippolito (ultima compagna di Gian Maria Volonté, ndr). Adesso ho due figli ed è più difficile, il cinema è diverso».
Oggi giornata di chiusura per il festival organizzato dall’associazione Quasar diretta da Giovanna Gravina Volonté e da Fabio Canu. Protagonista alla Fortezza I Colmi, l’attore Lou Castel: alle 18 per l’incontro con Boris Sollazzo, Enrico Magrelli e Fabrizio Deriu e alle 21.30 per presentare il documentario “A pugni chiusi” di Pierpaolo De Sanctis sulla sua carriera e il film di Damiano Damiani “Quién sabe?” (1966) dove recita con Gian Maria Volonté e Klaus Kinski.

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