UNIONE SARDA 6 agosto 2014: Germano, prof di vita

UNIONE SARDA 6 agosto 2014

Germano, prof di vita
Due sardi allo stage per attori a La Maddalena

LA VALIGIA DELL’ATTORE C’erano anche Piera Utzeri e Giacomo Fadda, due sardi, al laboratorio sulle tecniche di recitazione tenuto da Elio Germano all’interno del festival di La Maddalena, intitolato a Gianmaria Volontè che ha chiuso domenica la decima edizione

di Mauro Madeddu

Hanno imparato l’arte di sopravvivere ai casting (cinematografici e televisivi), tra lettura e interpretazione di testi improbabili, prove ed esercizi che, adesso, gli permetteranno di muoversi con più disinvoltura davanti alla macchina da presa. «È stata un’esperienza unica», dicono Piera Utzeri, 23 anni di San Vito, e Giacomo Fadda, 24 anni di Cagliari. Lei studia Arti e scienze dello spettacolo alla Sapienza di Roma, lui già lavora nel mondo del cinema. Insieme ad altri 14 giovani attori arrivati da tutta Italia, hanno partecipato a La Maddalena al laboratorio tenuto da Elio Germano (gli anni scorsi si sono alternati in cattedra Toni Servillo, Paolo Rossi, Pierfrancesco Favino, Sonia Bergamasco). Un «allenamento», come preferisce definirlo il “professor” Germano, organizzato in occasione de “La Valigia dell’Attore”, il festival diretto da Giovanna Gravina Volontè che quest’anno (decima edizione appena conclusa) era dedicato a Gian Maria Volontè. Sette giorni, dalla mattina alla sera, alla fortezza I Colmi, a imparare tecniche, segreti e consigli «del miglior attore italiano di questa generazione», dicono Piera Utzeri e Giacomo Fadda, per affrontare il trauma del provino. Non è stato un laboratorio di cinema convenzionale. Dimenticate, perciò, Shakespeare o Pirandello. Con Elio Germanio si va oltre la scuola. «Abbiamo lavorato molto sull’improvvisazione, con testi semplici, a volte irreali, spesso interpretando personaggi di Emergency», raccontano Piera e Giacomo. «È stata traumatica la prima giornata, l’impatto con la telecamera è stato duro. Ma già il giorno dopo abbiamo cominciato a non preoccuparcene più. Elio ci diceva che dovevamo considerarlo “un oggetto qualunque che non deve allontanare la vostra naturalezza”». Fedele alla sua ispirazione, “Il giovane favoloso” Germano, che in autunno farà rivivere Giacomo Leopardi, ha puntato tutto non sulla recitazione ma sull’essere naturali. «“Quando siete sul palco o davanti all’obiettivo dovete vivere, non recitare”, ci diceva tutti i giorni. Nel nostro lavoro è raro trovare il pane, con Elio io l’ho trovato», dice Giacomo. «Sono stati giorni indimenticabili ». Momenti e ricordi ancora da fissare, ma per Piera e Giacomo il penultimo giorno è quello che ha segnato più di tutti questa esperienza. «Io recitavo un ruolo difficile, quello di Valerio Morucci, l’uomo delle Br che al telefono avverte Franco Tritto che il cadavere di Aldo Moro si trova in via Caetani», racconta Giacomo. Prova superata anche
per Piera. «Io invece recitavo la parte di Franco Tritto», spiega. «Mi sono lasciata talmente andare che alla fine non riuscivo più a smettere di piangere». Alla fine di questa esperienza cosa rimane? «Con Elio ho imparato quanto è importante liberarsi dai blocchi che ogni tanto arrivano quando un attore non lavora con continuità», dice Giacomo. «“Provaci, continua a provare, non avere paura”, mi ha detto Elio un pomeriggio. Ci ho provato, alla fine ci sono riuscita», conclude Piera.

 

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